Comunità Villa Gatta

                                                                                       Comunità ad alta protezione (SRP2.1.CPA): 20 posti letto

Via XXV Aprile 22/24, 20056 Trezzo sull’Adda (Milano)

Tel. 02 90 91 857

E-mail: villagatta@levelemilano.it

Medico Responsabile: Dott.ssa Alessandra Pozzi, Medico Psichiatra

Coordinatrice: Dott.ssa Susanna Strepponi, Psicologa

La Comunità “Villa Gatta” è stata attivata nel luglio 1998 e ospita 20 persone. Si trova nel cuore di Trezzo sull’Adda, cittadina che offre numerose attrattive naturalistiche e culturali come oasi WWF, percorsi sul fiume Adda, parchi, il castello visconteo oltre alla biblioteca e ai mercatini che si tengono nel centro storico, inoltre, sono buoni i collegamenti pubblici con Milano e Bergamo. I buoni rapporti con l’amministrazione comunale permettono un lavoro in rete che consente la partecipazione a progetti culturali  e ad altre iniziative locali.

La comunità è costituita da una villa di due piani, dotata di un giardino di circa 500 mq.

Al piano superiore ci sono alcune stanze degli ospiti, il salone da pranzo, la cucina e lo studio medico, l’intero piano è circondato da un ampio terrazzo.

Al piano inferiore si trovano le altre stanze degli ospiti, il soggiorno, lo studio infermieristico ed il portico. Inoltre, Villa Gatta dispone di ulteriori spazi per attività riabilitative e lo studio operatori. 

Un punto di forza di Villa Gatta deriva anche dalla sua ubicazione, che permette agli ospiti di essere integrati nel tessuto cittadino, evitando in tal modo rischi di isolamento e di emarginazione.

Villa Gatta nell’attualità accoglie in prevalenza soggetti che soffrono di disturbi psicotici. 

Tenendo conto delle specificità individuali gli obiettivi principali che ci prefiggiamo con i nostri ospiti, sono i seguenti:

  • riacquisizione delle abilità di base rispetto alla cura di sé e degli ambienti di vita;
  • integrazione e partecipazione al gruppo comunitario quale base per evolvere e consolidare le

abilità interpersonali;

  • capacità di rispettare rispettare l’altro, le regole, tollerare tempi di attesa e limiti, collaborare

con gli altri ed essere capaci di mantenere gli impegni;

  • riconoscimento ed espressione della sintomatologia affinché possa essere compresa e gestita:

l’obiettivo è il raggiungimento di un equilibrio dove il sintomo sia portatore di significati integrati nel soggetto;

  • valorizzazione delle proprie potenzialità per accrescere l’autostima, il senso di adeguatezza e

l’accettazione di sé;

  • comprensione dei propri limiti nell’accezione positiva di comprendere meglio le situazioni

nelle quali è importante chiedere aiuto, e dei margini di crescita;

  • capacità di tollerare la frustrazione e mantenere la giusta distanza interpersonale, soprattutto

con le figure di attaccamento;

  • muovere i primi passi nell’area della gratificazione e del piacere, spesso vissuta come

pericolosa o con modalità impulsive.

Per il raggiungimento di tali obiettivi è per noi fondamentale fornire un clima comunitario sereno e protettivo che consenta al paziente di ridimensionare il senso di solitudine e di stigma sociale.